Volto di Giacinto Marco Rondelli, Psicologo Psicoterapeuta AgrigentoPsicologia Psicoterapia Agrigento

Giacinto Marco Rondelli

Studio Psicologia Psicoterapia. Dr. Giacinto Marco Rondelli. Ansia da prestazione

L'ansia di separazione

 

La caratteristica principale di chi soffre di ansia di separazione è quella di provare paura e ansia eccessiva per l’allontanamento da casa o dalle figure di attaccamento. Tale tipo di ansia può manifestarsi sia nei bambini che negli adulti. A seconda dell’età, le persone possono sviluppare paure degli animali, dei mostri, del buio, dei rapinatori, degli incidenti automobilistici, dei viaggi aerei, di catastrofi più o meno definite e di altre situazioni che sono percepite come pericolose per la famiglia o per se stessi. L’accentuarsi di queste paure, produce un attaccamento morboso con le figure di riferimento.

Nella maggior parte dei casi, una persona può avere un’ansia di separazione transitoria, circoscritta in un tempo relativamente breve e connessa a particolari circostanze. Le conseguenze di quest’ansia transitoria non hanno significativi effetti sulla vita quotidiana e sulle varie attività. Nel momento in cui, l’ansia di separazione è persistente nel tempo (orientativamente 4 settimane nei bambini e adolescenti, 6 mesi negli adulti) e genera compromissioni significative in ambito sociale, scolastico, lavorativo o in altre aree importanti, allora si può parlare di un vero e proprio disturbo d’ansia di separazione. Tale disturbo è individuato e descritto nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – Quinta Edizione (DSM-5), e si trova all’interno della classe dei disturbi d’ansia. I bambini con questo disturbo possono essere descritti come bisognosi di attenzione costante, mentre gli adulti come dipendenti e iperprotettivi. I bambini possono manifestare il disturbo cercando in tutti i modi di evitare di andare a scuola; possono mostrare paure specifiche di pericoli per i genitori e per se stessi; l’ansia si manifesta specialmente quando viene vissuta la separazione. Gli adulti con questo disturbo sono tipicamente preoccupatissimi per i propri genitori, i coniugi e i figli e provano notevole malessere quando sono separati da loro; questo stato d’ansia può generare problemi sia a livello lavorativo che sociale proprio a causa del bisogno di controllare continuamente dove si trovano le persone significative.

Gli studi clinici hanno dimostrato che chi soffre di un disturbo d’ansia di separazione può aver vissuto un evento stressante (per esempio la morte di un parente, una malattia dell’individuo o di un parente, un cambio di scuola, un trasloco in altro contesto, un evento catastrofico, ecc..), o avere delle figure di riferimento, come i genitori, iperprotettivi e intrusivi. Non è raro che tale disturbo si presenti assieme ad altri disturbi d’ansia, come il disturbo di panico, il disturbo di ansia generalizzata, il disturbo d’ansia sociale.

L’intervento psicologico di tipo comportamentale e sistemico familiare può risultare utile alla remissione di tale disturbo. Di seguito sono elencati i criteri diagnostici del DSM-5:

Criteri diagnostici

A. Paura o ansia eccessiva e inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo che riguarda la separazione da coloro a cui l’individuo è attaccato, come evidenziato da tre (o più) dei seguenti criteri:

1. Ricorrente ed eccessivo disagio quando si prevede o si sperimenta la separazione da casa o dalle principali figure di attaccamento.

2. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo la perdita delle figure di attaccamento, o alla possibilità che accada loro qualcosa di dannoso, come malattie, ferite, catastrofi o morte.

3. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo al fatto che un evento imprevisto comporti separazione dalla principale figura di attaccamento (per es., perdersi, essere rapito/a, avere un incidente, ammalarsi).

4. Persistente riluttanza o rifiuto di uscire di casa per andare a scuola, al lavoro o altrove per paura della separazione.

5. Persistente ed eccessiva paura di, o riluttanza a, stare da soli o senza le principali figure di attaccamento a casa o in altri ambienti.

6. Persistente riluttanza o rifiuto di dormire fuori casa o di andare a dormire senza avere vicino una delle principali figure di attaccamento.

7. Ripetuti incubi che implicano il tema della separazione.

8. Ripetute lamentele di sintomi fisici (per es., mal di testa, dolori di stomaco, nausea, vomito) quando si verifica o si prevede la separazione dalle principali figure di attaccamento.

B. La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti, con una durata di almeno 4 settimane nei bambini e adolescenti, e tipicamente 6 mesi o più negli adulti.

C. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

D. Il disturbo non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale.

 

Fonte: American Psychiatric Association,Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 2014, Edizione Raffaello Cortina, Milano

 

P.S. L’intento di questo articolo come del resto di tutti gli altri, è quello di fare conoscere e/o approfondire argomenti di varia natura. Queste informazioni hanno soltanto uno scopo illustrativo e non sono utili per fare auto-diagnosi. Molte altre informazioni su questo tema, come su altri, sono volutamente omesse perché specifiche di una analisi dettagliata che possono attuare soltanto i professionisti del settore.

 

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Giacinto Marco Rondelli

 

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