Volto di Giacinto Marco Rondelli, Psicologo Psicoterapeuta AgrigentoPsicologia Psicoterapia Agrigento

Giacinto Marco Rondelli

Le abitudini buone e cattive

Le abitudini sono azioni, comportamenti, pensieri e idee che si ripetono nel tempo e nello spazio e sono più o meno stabili nella vita di una persona.

Durante tutto l’arco della vita, generiamo migliaia di abitudini che vanno modificando secondo l’età ed il contesto. Di per sé le abitudini non hanno un valore positivo o negativo; questi valori possono essere attribuiti dalla persona stessa che ha una particolare abitudine o dagli altri che, direttamente o indirettamente, sono per così dire “inglobati” nell’abitudine dell’altro.

Faccio un esempio.

Sono single e ho scoperto di avere la passione per la bicicletta. Con il tempo ho preso l’abitudine di fare un giro in bici per circa due ore tutte le mattine. Potrei definire questa abitudine come positiva, sana, buona. Mi fidanzo, convivo, mi sposo e continuo con la mia buona abitudine delle pedalate mattutine. Nasce il primo figlio. Il neonato ha le strane “abitudini” di volere il latte ogni ora circa, di svegliarsi la notte quando vuole e di addormentarsi solo dopo una passeggiatina in braccio a papà o mamma. Anche se distrutto, io continuo ad alzarmi presto, vestirmi con il completo da ciclista e farmi due ore a pedalare. Mia moglie stravolta, insonne e debole, mi chiede quasi a supplica di modificare questa mia abitudine perché in quelle mie due ore di assenza il bambino si sveglia. Iniziamo ad avere attriti, a litigare e ad innervosirci per questa storia e via via per altre. Questa mia abitudine era positiva da single fino al momento del matrimonio, e adesso che c’è il nuovo entrato è diventata negativa, ingombrante, fuori luogo?

Chi ha ragione in questa storia? Dovrei conservare le mie vecchie abitudini o modificarle secondo le nuove necessità?

Nella mia esperienza clinica, posso dire che buona parte delle coppie che vengono a fare terapia (per riferirmi all’esempio), vivono il problema di conciliare, modificare e cambiare delle abitudini ormai “croniche”.

A tale proposito c’è l’antico detto che le vecchie abitudini sono dure a morire; niente di più vero nel momento in cui dobbiamo annientarle da un momento all’altro. Però tutto è possibile e soprattutto modificabile.

Quando è il caso di dire che una abitudine è cattiva? Quando non porta niente di buono per se stessi e per gli altri. Quando una abitudine genera dei sintomi o addirittura un disturbo psicologico e/o fisico. Quando è cronica, difficilissima da scardinare, smontare, cambiare. Quando acquista troppo potere sulla persona.

Come si cambiano le cattive abitudini? Il primo passaggio fondamentale è quello di rendersi conto che si tratta di una cattiva abitudine. Poi sarebbe utile analizzare gli effetti che questa abitudine genera. Un passaggio successivo potrebbe essere quello di ipotizzare quali piccoli cambiamenti possono essere introdotti nella vecchia e malsana abitudine.

 

 

L’argomento è vastissimo e non può essere liquidato in un solo articolo. Sempre in tema di abitudine, personalmente sto cercando di generarne una e consiste proprio nello scrivere periodicamente degli articoli che riguardano il mondo della psicologia. Diventerà una abitudine? Sarà una buona o cattiva abitudine?

 

Un articolo correlato a questa tematica è La paura dei giudizi delle persone

 

Giacinto Marco Rondelli

 

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Dr. Giacinto Marco Rondelli - Psicologo Psicoterapeuta

Agrigento. Studio: Via Don Luigi Sturzo 65

Tel.: 3291144238. Mail: rondelli@psicologoagrigento.it

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